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giovedì 23 maggio 2013

OCSE: Cina prima economia mondiale nel 2016

Come noto la Cina è attualmente impegnata nel ribilanciamento dell’economia dalle esportazioni ai consumi interni, come delineato nel Piano Quinquennale. L’obiettivo del Governo di Pechino è di rendere la crescita economica cinese più bilanciata e sostenibile, meno dipendente dall’economia internazionale e con un maggior contributo dei consumi interni al PIL. 
Negli ultimi 2 anni sono state varate numerose riforme, a partire da aumenti massicci dei salari minimi in molte città proprio per favorire il passaggio da un modello orientato alle esportazioni ad uno orientato ai consumi interni. Il Governo ha inoltre posto obiettivi di crescita più contenuti rispetto ad alcuni anni addietro, ponendo invece l’accento sulla qualità della crescita oltre alla quantità.
Poiché gli investitori sembrano essere divisi circa l’efficacia delle politiche economiche cinesi, riteniamo possa risultare particolarmente interessante l’approfondita ricerca dell’OCSE rilasciata a fine marzo, nella quale si approfondiscono le prospettive economiche della Cina, che secondo questo studio diventerà la prima potenza economica mondiale già nel 2016. 
Riportiamo di seguito alcuni passaggi particolarmente interessanti sullo scenario attuale e le previsioni dell’OCSE per lo sviluppo futuro dell’economia cinese:

SCENARIO ATTUALE
Nonostante la difficile congiuntura internazionale, negli ultimi anni l'economia cinese ha fatto osservare una rapida espansione. La fase di ribilanciamento dell’economia avanza a grande velocità. La crescita è trainata più dai consumi che non dagli investimenti e l'inflazione è tornata sotto controllo. Quindi a dispetto della perdurante fragilità del contesto economico globale, la crescita in Cina ha ritrovato il giusto slancio, sostenuta dalle politiche di allentamento monetario e dalla spesa in infrastrutture. Se necessario, ci sono inoltre i margini necessari per ulteriori incentivi monetari e fiscali.

PREVISIONI
La Cina ha già superato l'Eurozona e diventerà la prima economia al mondo nel 2016 circa. Quasi un quarto della popolazione vive nelle città, dove il reddito pro capite è pari a quello di alcuni paesi dell'OCSE. La migrazione dalle campagne verso le città e l'abbandono dell'attività agricola a favore di settori e servizi a elevata produttività continuerà ad alimentare la crescita. Se saranno implementate le riforme delineate nel dodicesimo piano quinquennale (2011-15) e nelle conclusioni del tredicesimo Congresso del partito comunista cinese (novembre 2012) il rapido miglioramento degli standard di vita continuerà.
Gradualmente il renminbi (la moneta cinese) inizierà ad essere più utilizzato oltre i confini nazionali e i vincoli apposti sugli afflussi e i deflussi di capitale saranno allentati. I costanti progressi in questa direzione non potranno che supportare la crescita della Cina.

(Per vostra lettura la versione integrale del documento in Inglese è disponibile online: "OECD Economic Surveys CHINA, March 2013").

Nonostante questi importanti fattori di crescita citati dall’OCSE il mercato azionario cinese (v. MSCI China) non ha brillato nei primi mesi dell’anno, fatta eccezione per alcune delle società legate ai consumi interni. Parte della spiegazione può essere riconducibile all’atteso cambio alla guida del Paese e più recentemente le misure restrittive introdotte nel settore immobiliare per dissipare i dubbi su possibili bolle. In una intervista Catherine Yeung, Direttore degli Investimenti azionari asiatici di Fidelity Worldwide Investment circa le prospettive per il mercato Cinese, ha detto :
“Il cambio al vertice della Cina è avvenuto all’insegna della continuità e riteniamo che con tutta probabilità il governo proseguirà sulla strada tracciata, seguendo le linee del piano quinquennale in vigore, che come noto è incentrato sul ribilanciamento dell’economia dalle esportazioni a favore dei consumi interni".
Complessivamente, sia per il settore immobiliare che più in generale nel mix di politiche adottato dal governo, i nuovi leader della Cina sembrano dunque intenzionati a mantenere un approccio improntato al "giusto equilibrio".
Rispetto al resto del mondo, la crescita in Cina registra tuttora valori molti positivi. Anche su questo fronte, però, occorre mantenere il giusto equilibrio. Una crescita fuori controllo, infatti, renderebbe necessario intervenire con una politica più restrittiva. Inoltre, il governo e le autorità di regolamentazione si stanno adoperando per rendere accessibili le azioni A, ad esempio aumentando le quote di investitori istituzionali esteri qualificati (QFII), e questo ci ha permesso di cogliere alcune opportunità d'investimento molto interessanti, soprattutto considerato il livello appetibile dei multipli.
Un fattore chiave poi è quello della liberalizzazione di numerosi settori, attualmente caratterizzati da una massiccia presenza di aziende statali. I cinesi vogliono aprire il proprio mercato, consentire l'accesso a concorrenti esteri e promuovere il settore privato. Pertanto vi sono numerosi motivi per ritenere che le liberalizzazioni continueranno. In particolare è molto probabile che sia varata anche la riforma dei tassi d'interesse, per consentire alle banche di fissare autonomamente i propri tassi sui depositi e sui prestiti, come avviene nei mercati sviluppati, contribuendo ad una maggiore efficienza del settore del credito”.

Complessivamente si ritiene che vi siano prospettive di medio-lungo periodo particolarmente positive per le società meglio posizionate per beneficiare della crescita dei consumi in Cina, mentre prosegue la corsa della Cina verso una posizione di leadership economica a livello mondiale, con l’atteso sorpasso sugli Stati Uniti, con quanto ne consegue anche in termini di internazionalizzazione e apprezzamento del Renminbi.





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