«Essere Financial Advisor da sempre è stato il mio credo. Condividere con il mio Cliente, la mia disponibilità, la sicurezza, la trasparenza, la solidità e la serietà. Questo si ottiene solo se la cultura finanziaria viene condivisa e vissuta con il mio Cliente. Aiutami ad aiutarti.»

martedì 30 ottobre 2012

NuovoRegolamento Short Selling

Il prossimo 1° novembre 2012 entrerà in vigore il Regolamento UE n. 236/2012 del 14 marzo 2012 relativo alle vendite allo scoperto e taluni aspetti dei credit default swap.
Tale regolamento razionalizza la disciplina sino ad oggi prevista dalla Consob con le Delibere n. 18348 del 17 ottobre 2012 e n. 17862 del 10 luglio 2011rispettivamente in tema di obbligo di comunicazione delle posizioni nette corte su titoli azionari nonché di divieto di effettuare vendite allo scoperto in assenza della disponibilità dei titoli da parte dell’ordinante al momento dell’ordine.
Le citate Delibere sono infatti superate dall’entrata in vigore del Regolamento Short Selling.

Direi che questo è un primo passo per evitare la speculazione, come auspicavo nel precedente articolo.

martedì 23 ottobre 2012

Conti Deposito, Obbligazioni oppure ?

In questo periodo sentiamo la parola "default", ossia l'impossibilità da parte dell'emittente di poter rimborsare il prestito, degli Stati, delle banche e delle aziende. Allora, come possiamo investire?

Le offerte delle banche spinge verso i "conti deposito" (remunerati con un tasso fisso vincolato per un periodo) un sistema per parcheggiare del denaro ?

CONTI DEPOSITO
PRO
Il tasso fisso che viene riconosciuto.
CONTRO
Il vincolo, se si esce prima il tasso scende o si azzera, la durata generalmente breve e quindi, bisogna continuamente ricercare altri conti promozionali. La mancanza di un programma. Alla scadenza del vincolo non si ha la certezza di avere una soluzione d'investimento, bisogna "AFFIDARSI" alla speranza di una nuova promozione.

Ma se un investitore cerca degli interessi, per integrare il proprio reddito, possiamo investire in "obbligazioni".
Abbiamo due strade:

OBBLIGAZIONI
Comprare un titolo obbligazionario che offre un tasso fisso o variabile.
PRO
Il tasso per un periodo maggiore, "certezza" del capitale a scadenza.
I tassi e la durata (scadenza naturale del titolo) può "offrire" dei prezzi interessanti.
CONTRO
Il rischio di non vedere rimborsato interamente il capitale investito (default emittente) e vendere prima della scadenza a prezzo di mercato.
La data di scadenza deve essere ben valutata , perché ci permette di ottenere dei tassi e un prezzo di mercato. Scegliere il titolo (molte volte è l'obbligazione della stessa banca)

...ma è veramente l'unica soluzione ?

NO, esistono le Sicav che distribuiscono gli interessi annualmente, semestralmente, trimestralmente o mensilmente.

PRO
I soldi vengono gestiti da professionisti 24 ore su 24.
L'investimento è sempre libero.
I tassi non sono frutto di un sol titolo, ma da un paniere di titoli. Infatti , il comparto della Sicav, al suo interno contiene centinaia di titoli (diversificazione) e che offre anche altri vantaggi:
-gestione dei titoli;
-riduzione del rischio di default di un titolo rispetto al patrimonio della sicav;
-le variazioni di prezzo dei titoli, si ripartiscono su tutti i titoli e quindi si possono mitigare anche le perdite su un titolo;
-in fase di liquidazione la Sicav , non vende il mio "titolo";
-la Sicav con la liquidità può comprare e vendere titoli.
CONTRO
Il capitale non è certo, in quanto è soggetto alle oscillazioni del mercato. Generalmente i tassi sono variabili.

Il Vs Consulente, ha analizzato l'andamento del titolo che propone, rispetto a dei comparti di Sicav a distribuzione di cedole/interessi ?
Non comprate quello che "hanno" da vendere, i soldi sono Vs e vanno difesi e investiti al meglio.

lunedì 22 ottobre 2012

Derivati e Speculazione

La denominazione di "strumenti derivati" dipende dal fatto che il loro valore "deriva" dal prezzo dell'attività sottostante (può essere un titolo azionario o una materia tipo petrolio, caffè ecc) a cui il contratto fa riferimento.
Chi compra un derivato, scommette su un rialzo o un ribasso del sottostante in un tempo futuro. Quindi, "promette" di comprare o vendere il sottostante alla data prevista ad un prezzo.

Le fluttuazioni e l'andamento di tali strumenti risultano pertanto direttamente correlate alle variazioni dell'attività sottostante.

Si possono avere due tipologie di derivati, distinte in base all'attività sottostante di riferimento: derivati sulle merci e derivati su attività finanziarie.
I primi sono legati ad attività reali come il petrolio, l'oro, il grano, il caffè…
I secondi sono invece legati ad attività finanziarie come tassi di interesse, valute, azioni , indici azionari e sui titoli di stato.

Un future è un contratto a termine con il quale si assume l'impegno di acquistare o vendere una certa quantità di una merce o attività finanziaria ad un prezzo e ad una scadenza futura predeterminati, però a differenza dei contratti a termine rappresenta un valore mobiliare, suscettibile di essere trasferito in modo immediato, ed è scambiato soltanto all'interno dei mercati borsistici ufficialmente riconosciuti.

I future vengono generalmente utilizzati per operazioni di:

Speculazione
Il future viene acquistato o venduto al fine di guadagnare dai rialzi o ribassi del mercato, beneficiando dell'effetto leva e i ridotti costi di transazione.
Cosa è la "leva" :
Supponiamo che voglio scommettere sulle valute (eur/usd), scelgo uno con leva 1:100. Con 100 euro di margine puoi movimentare 10.000 unit
Con 10.000 unit (unit=unità del sottostante) ogni volta che eur/usd varia di 1 pip ( il pip o tick e' la variazione minima fissata nel futures ) guadagni o perdi 1$. Se hai 100 € nel conto e li utilizzi tutti, il tuo intermediario ti chiudera' la posizione automaticamente quando perdi il 50% ( tale percentuale dove l'intermediario banca o broker deve chiudere automaticamente la posizione) del margine quindi 50euro. Con 10.000 unit perdere 50euro equivale a perdere 50 pips. Se invece di perdere guadagni, quando chiuderai la posizione ovviamente il guadagno ti verra' accreditato sul conto e li potrai prelevare. Se hai scommesso sul ribasso, più scende il titolo del sottostante, più guadagni.

Circa l'85-90% delle operazioni sui contratti future vengono svolte a tale fine ed hanno in genere un orizzonte temporale molto breve, talvolta intraday, con gli operatori che aprono e chiudono le proprie posizioni più volte all'interno della giornata.

Copertura o hedging
Un'operazione di copertura o hedging permette di eliminare il rischio di fluttuazione del valore di un bene sul mercato. Per esempio in caso di aspettative negative è possibile difendersi, vendendo futures sull'indice di Borsa di riferimento. In caso di un forte calo dell'indice, la perdita teorica del proprio portafoglio sarebbe compensata dal guadagno realizzato sui contratti futures.
-In parole povere, se compro un titolo e temo che questo possa scendere, ci si può proteggere comprando un futures che paghi se il titolo scende, quindi compensando le perdite.

Arbitraggio

E' l’attività che permette di ottenere dei profitti dalle differenze di prezzo presenti su mercati diversi. Per esempio se il future fosse scambiato ad un prezzo più alto del proprio valore teorico, l’arbitraggista potrebbe vendere il future ed acquistare titoli dell’indice e lucrare sulla differenza; in definitiva, l’attività dell’arbitraggista permette quindi di correggere gli scostamenti dei prezzi tra future e sottostante.

In Italia è possibile trattare i future sull'IDEM (Italian Derivatives Equity Market), il Mercato Italiano dei Derivati Azionari.
L'IDEM nasce ufficialmente il 28 novembre 1994, con l'introduzione del contratto future sull'indice MIB 30 (FIB 30 o più semplicemente FIB). Successivamente, nel novembre 1995, ha avuto inizio la contrattazione delle opzioni sull'indice MIB 30 (MIBO 30), mentre qualche mese dopo sono state introdotte le prime opzioni su i titoli azionari. Il 22 marzo 2004 hanno avuto inizio le contrattazioni i nuovi derivati sull'indice S&P/MIB, che dal settembre 2004 hanno sostituito il Fib30 e le opzioni sul mib30.

mercoledì 17 ottobre 2012

OGGETTO: Legge di Stabilità – Come cambiano detrazioni e deduzioni

Con l’approvazione del testo relativo al disegno di Legge di Stabilità per il 2013, di notevole interesse per le famiglie che andranno a compilare la prossima dichiarazione dei redditi (Unico/2013 730/2013) vi è la revisione degli sconti fiscali, per i redditi superiori ai 15.000 euro. Viene introdotta nello specifico una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni Irpef e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità di 3.000 euro.
Premessa
La revisione delle deduzioni e detrazioni con effetto retroattivo (vale a dire che le modifiche riguarderanno la prossima dichiarazione dei redditi Unico 2013 – 730/2013) prevede l’introduzione di una nuova franchigia di 250 euro e di un tetto massimo detraibile di 3.000 euro. Il loro effetto combinato non permetterà di ottenere sconti con piccole uscite, tuttavia le variazioni riguarderanno solamente i redditi complessivi superiori a 15.000 euro.
Le deduzioni e le detrazioni
È opportuno ricordare che le deduzioni e le detrazioni sono delle agevolazioni concesse al contribuente nell’ambito della compilazione della dichiarazione dei redditi.
Nello specifico:
 le detrazioni d'imposta costituiscono una serie di sconti fiscali per alcune spese che sono ritenute meritevoli di incentivo o di tutela. La detrazione è uno sconto applicato direttamente all'imposta lorda, generalmente nella misura del 19% della spesa sostenuta. Attualmente gli sconti sono soggetti a diversi limiti a seconda delle voci interessate;
 una spesa che è deducibile invece, riduce il reddito imponibile da assoggettare all’Irpef. Le deduzioni, di fatto, sono le spese che possono essere sottratte al reddito totale, comportando per il contribuente un beneficio.

Deduzioni e detrazioni nella nuova Legge di Stabilità.

Secondo quanto riportato nel testo di legge sulla Stabilità per il 2013 approvato dal Governo, viene introdotta nello specifico:
 una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni Irpef;
 per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità di 3.000 euro.
Le voci escluse
Le uniche voci escluse sono le detrazioni che riguardano i carichi di famiglia, le detrazioni per lavoro dipendente, e quelle per le ristrutturazioni e il risparmio energetico, per le quali non riguarda nemmeno il tetto dei 3mila euro.
Fuori dal tetto massimo dei 3.000 euro, vi sono inoltre le spese sanitarie, che però si vedono raddoppiare la soglia di accesso a 250 euro rispetto agli attuali 129 euro.
Dalla franchigia sono esentati i seguenti costi:
 quelli sostenuti dai non vedenti per il mantenimento dei cani guida;
 quelli sostenuti per i servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordomuti.
Costi che tuttavia non è possibile "ammortizzare" integralmente, in quanto rientrano nel tetto massimo di tremila euro introdotto per le detrazioni.
Il tetto del 3.000 euro avrà un'efficacia piuttosto ampia in quanto saranno bloccate molte spese che oggi è possibile "scaricare" al 19%.
Per esempio, gli interessi passivi sui mutui contratti per acquistare la prima casa, le spese veterinarie, le spese funebri sostenute nel caso della morte di familiari, le spese per frequenza di corsi di istruzione secondaria e universitaria dei figli e quelle per la pratica sportiva degli under 18, i premi per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni, le erogazioni liberali in denaro a favore dello Stato, così come di fondazioni e associazioni legalmente riconosciute senza scopo di lucro che svolgono o promuovono attività di studio, ovvero le erogazioni liberali in favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche.

L’effetto della franchigia
L'effetto della franchigia cambierà a seconda delle dimensioni delle diverse spese a cui il Fisco riserva un occhio di riguardo. La franchigia per le deduzioni non si applicherà, in ogni caso, ai contributi previdenziali e assistenziali obbligatori e a quelli versati facoltativamente alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza (compresi quelli per la ricongiunzione di periodi assicurativi).
Ad essere esclusi saranno anche i contributi versati alle forme pensionistiche complementari, i contributi e premi versati alle forme pensionistiche individuali e alcune altre spese.
DETRAZIONI IRPEF

Spese sportive sostenute per gli under 18

Per quanto riguarda le spese sportive sostenute per i ragazzi di attività compresa fra 5 e 18 anni, l'attuale limite massimo di spesa detraibile, fissato in 210 euro, risulta completamente azzerato dalla nuova franchigia posta al livello più elevato.

L’effetto combinato di franchigia e tetto massimo

Secondo il provvedimento, i vari limiti massimi fissati dal Tuir sembrano sopravvivere alla nuova franchigia e al tetto massimo dei 3 mila euro annui, anche se in alcuni casi l'effetto combinato delle due nuove disposizioni finisce per azzerarli, se non ridurli sotto soglia.
È il caso, per esempio, delle detrazioni per interessi passivi su mutui ipotecari contratti per l'acquisto dell'abitazione principale (c.d. mutui prima casa), per i quali l'attuale limite massimo detraibile di 4 mila euro finisce per essere inevitabilmente ridimensionato, anche in questo caso al ribasso, dal tetto massimo per periodo d'imposta previsto dalla Legge di Stabilità.
Sugli oneri per i quali spetta la detrazione Irpef del 19% si abbatte il doppio effetto:
 della nuova franchigia di 250 euro;
 del tetto massimo detraibile di 3 mila euro per ciascun periodo d'imposta.
La più importante categoria di oneri detraibili, le spese sanitarie, non risulta interessata dal tetto massimo di detraibilità annuo pari a 3 mila euro, ma soltanto dalla nuova franchigia di 250 euro, che peraltro supera quella attualmente prevista di 129,11 euro e che rimarrà invece in essere per le spese mediche sostenute dai soggetti con redditi non superiori alla soglia di 15 mila euro.

Nota bene

Per quanto riguarda le spese sanitarie, per i redditi inferiori a 15.000 euro la franchigia rimane quella attuale di 129,11 euro.

Spese sportive sostenute per gli under 18

Per quanto riguarda le spese sportive sostenute per i ragazzi di attività compresa fra 5 e 18 anni, l'attuale limite massimo di spesa detraibile, fissato in 210 euro, risulta completamente azzerato dalla nuova franchigia posta al livello più elevato.

L’effetto combinato di franchigia e tetto massimo

Secondo il provvedimento, i vari limiti massimi fissati dal Tuir sembrano sopravvivere alla nuova franchigia e al tetto massimo dei 3 mila euro annui, anche se in alcuni casi l'effetto combinato delle due nuove disposizioni finisce per azzerarli, se non ridurli sotto soglia.
È il caso, per esempio, delle detrazioni per interessi passivi su mutui ipotecari contratti per l'acquisto dell'abitazione principale (c.d. mutui prima casa), per i quali l'attuale limite massimo detraibile di 4 mila euro finisce per essere inevitabilmente ridimensionato, anche in questo caso al ribasso, dal tetto massimo per periodo d'imposta previsto dalla Legge di Stabilità.

(potrete confrontare nella tabella allegata il confronto tra prima e dopo l’intervento del Governo)
























domenica 14 ottobre 2012

II trofeo di Golf

Sabato 13 ottobre 2012. Anche quest'anno ho inteso radunare Clienti e Amici, intorno ad un green. La cornice di Coccaro-Torre Maizza con una giornata estiva hanno completato il quadro. Devo ringraziare anche la Morgan Stanley, rappresentata dal Vice Presidente Nicolò Rabitti , che si è messo a disposizione, rispondendo ad interessanti domande che gli ospiti gli hanno rivolto. La splendida cucina di Torre Maizza e la premiazione ci hanno permesso di concludere una bella giornata tra amici. Posso nominare solo i vincitori per motivi di spazio:
1' di III categoria: Sergio Argenti
2' di III categoria: Francesco Speranza
1' di II categoria: Michela Binetti
2' di II categoria: Giuseppe Damato
1' di I categoria: Luciano Bottalico
1' di I categoria: Claudio Giorgio
1' senior: Mimmo de Giglio
1' lordo : Alicia Pastor
Due premi speciali Allianz Bank a Miky D'Innella e Marcello La Volpe
Arrivederci al 2013 .

giovedì 11 ottobre 2012

Tobin tax

La Tobin tax, prende il nome del premio Nobel per l'economia James Tobin, che la propose nel 1972. È una tassa che prevede di colpire tutte le transazioni sui mercati valutari per stabilizzarli (penalizzando le speculazioni valutarie a breve termine), con lo scopo di destinare le sue entrate da destinare alla comunità internazionale.
L'aliquota proposta sarebbe tra lo 0,05% e l'1%. I suoi sostenitori affermano che ad un tasso dello 0,1% la tassa Tobin garantirebbe ogni anno all'incirca 166 miliardi di dollari, il doppio della somma annuale necessaria per sradicare dal mondo la povertà estrema. I suoi detrattori sostengono che la cifra realmente incassata sarebbe molto minore visto che il grosso delle transazioni finanziarie sono fatte per lucrare sulle micro variazioni dei prezzi e sarebbero insostenibili con la tassa. Si cita l'esempio del tentativo svedese[1] effettuato nel 1984 di applicazione di una tassa simile che portò ad incassi inferiori del 75% di quanto preventivato a causa della diminuzione del numero di transazioni. La Svezia cancellò la tassa nel 1992.
«Dopo un’attenta e approfondita riflessione anche il governo italiano ha annunciato la sua adesione alla cooperazione rafforzata per la creazione di una Tff, la tassa sulle transazioni finanziarie».
Come annunciato da la delegazione italiana ha informato il Consiglio Ecofin che il dado era tratto e, dopo una lunga indecisione, anche il nostro governo ha deciso di salire a bordo del treno che porterà 11 paesi ad adottare la Tobin tax, l’imposta sulla finanza destinata a rimpinguare le casse del bilancio e di quelli nazionali. Ora la Commissione Ue preparerà una bozza di decisione e l’imposta potrebbe essere in vigore già nei primi mesi dell’anno venturo. Secondo le analisi dei dati, con un aliquota dello 0,1% sui valori azionari e obbligazionari, e di 0,01 sui derivati, la tassa porterebbe «circa 57 miliardi» nelle casse delle capitali. Una manna di gettito in tempi di cura dimagrante causa recessione.

lunedì 1 ottobre 2012

Oro e diamanti, beni rifugio, ma per tutti ?

In questo periodo di incertezze dei mercati, molte persone stanno cercando beni rifugio.
Per antonomasia, i beni rifugio sono sempre stati "ORO" e "DIAMANTI" e quindi sono stati tentati o li hanno comprati, in virtù delle loro quotazioni, specie in questi periodi crescenti, pensando di aver trovato la soluzione.
È vero che le quotazioni salgono, ma dobbiamo analizzare le due fasi: acquisto e vendita.
Primo aspetto acquisto: compriamo ai prezzi di mercato, oggi quasi ai massimi dell'oro e massimi dei diamanti.
Un grammo di Oro vale circa 44 €, per i diamanti è più articolato vista la vastità di qualità e caratura ma siamo tra i 5230 ai 10230 € per un 0,5 carati.
Ma poi dobbiamo ipotizzare di monetizzare, vendere, altrimenti non possiamo pensare che sia investimento.
Per venderli non abbiamo a disposizione una banca che acquisti a prezzo di mercato, ma dobbiamo trovare chi lo compra.
Per l'oro troviamo facilmente contro il prezzo attuale di 44 € al grammo chi lo compra ad un prezzo di 23 €.
Per i diamanti è molto più complesso, ma troviamo facilmente gioiellieri che li permutano a prezzi tra i 3.000 - 6.000 avendoli comprati a 5.230 -10.233 o trovando altri potenziali investitori che dovrebbero comprare a prezzo di mercato.
Quindi prima di avventurarsi bisogna considerare i tempi di rientro del capitale, non pensando che con la facilità con cui compriamo possiamo rivendere.
Potremmo più facilmente pensare di acquistare dei comparti di Sicav specializzate in aziende collegate ai due beni in questione, quotate e vendibili a prezzo di mercato ogni giorno. Se avete un consulente finanziario, potrete trovare sicuramente la soluzione migliore.