«Essere Financial Advisor da sempre è stato il mio credo. Condividere con il mio Cliente, la mia disponibilità, la sicurezza, la trasparenza, la solidità e la serietà. Questo si ottiene solo se la cultura finanziaria viene condivisa e vissuta con il mio Cliente. Aiutami ad aiutarti.»

venerdì 20 dicembre 2013

Unione bancaria, accordo raggiunto all'Ecofin

Cosa cambia dopo che l'Ecofin ha raggiunto l'accordo sul meccanismo che farà fallire le banche in modo controllato (Srm), senza che la loro crisi metta a rischio il sistema finanziario o gli Stati.

L'intesa, fu definita "storica" dal ministro dell'Economia italiano Fabrizio Saccomanni, è stata trovata dopo oltre 12 ore di negoziati e preceduta, dall'accordo dellEurogruppo.

L'obiettivo generale del progetto è quello di evitare nuove crisi della zona euro, spezzare il legame fra le crisi finanziarie e quelle dei debiti pubblici dei Paesi e ripristinare la fiducia degli investitori nel settore. 

Il compromesso sul ruolo altamente controverso del "backstop" prevede l'intervento degli Stati solo in via temporanea e, nel caso fossero necessari degli esborsi, "il settore bancario sarà responsabile del ripagamento attraverso prelievi ex post in tutti gli stati partecipanti". Su questo punto c'erano le divergenze maggiori. Alla fine l'Italia è riuscita a ottenere dalla Germania quello che voleva: uno strumento di garanzia che intervenga a fornire liquidità in ultima analisi ("backstop" o paracadute finanziario), per evitare che le crisi diventino ingestibili se un istituto in risoluzione ha finito i fondi cui attingere.

I ministri hanno inoltre concordato sull'istituzione di un'agenzia in modo tale da risolvere i problemi delle banche al più presto prima che la Bce inizi il nuovo corso di politica monetaria.

L'accordo dovrà ora passare al vaglio del Parlamento Ue e poi di nuovo all'Ecofin. Il meccanismo entrerà in vigore nel 2016. Assieme a quello di vigilanza gestito dalla Bce, che sarà operativo dal prossimo novembre, sarà alla base dell'Unione bancaria.

I commenti. Come detto, Saccomanni ha parlato di "risultato storico", paragonabile a "un'altra storica conclusione che era quella dell'unione monetaria". Anche in questo caso, aggiunge il ministro dell'Economia, "nei prossimi mesi si lavorerà". E ha sottolineato che grazie a quest'accordo "è stato esorcizzato il pericolo che si ripeta quello che è successo con Lehman Brothers". 

Il ministro dell'Economia ha quindi spiegato che in base all'intesa "i fenomeni di crisi saranno gestiti in maniera ordinata per evitare il contagio ad altri sistemi bancari", le decisioni sul default ordinato di una banca "verranno prese in 24 ore". L'accelerazione dei tempi è stata decisa "dopo le pressioni del presidente della Bce Mario Draghi a cui ci siamo associati anche noi". Secondo l'accordo, "tutte le strutture devono lavorare in un'ottica di estrema rapidità" e "i timori sollevati da alcuni sul coinvolgimento di altre strutture e persone sono stati esorcizzati". La Germania ha dovuto cedere sui "backstop": "Siamo riusciti a creare consenso sulla creazione di uno strumento o veicolo di backstop che è diverso dall'Esm ma che opera con finalità di gestione della crisi e controllo dei contagi". Per il ministro il principio è che il sistema sia finanziato dalle banche stesse, ma se c'è necessità di intervento di liquidità "viene fornito con garanzie dei governi attraverso strutture mutuali e contributi di altri Paesi, perché si riconosce che è bene risolvere una crisi anche con fondi accantonati da altri per evitare che la situazione diventi ingestibile".

In buona sostanza, ha proseguito Saccomanni, si tratta della "creazione di strutture di mutuo soccorso, e non a caso si usa la parola mutualizzazione di strutture finanziarie, che assicura che i fenomeni di crisi siano gestiti in maniera ordinata e tale da non avere ripercussioni negative su altri sistemi bancari proteggendo i depositanti, coloro che hanno i loro risparmi investiti in istituzioni finanziarie e al tempo stesso limitando l'onere per i contribuenti delle operazioni di salvataggio".

Soddisfatto anche il commissario europeo al mercato interno Michel Barnier. "Finisce l'era dei salvataggi bancari massicci e dei conti pagati dai contribuenti", ha detto sottolineando che l'accordo sul meccanismo unico di risoluzione delle banche, che "porterà stabilità finanziaria e migliori condizioni di finanziamento all'economia reale".

I contenuti dell'intesa. Vengono stabilite fondamentalmente due cose. La prima: gli Stati daranno vita ad un fondo salva-banche unico, finanziato con prelievi sugli istituti di credito a livello nazionale. Inizialmente sarà formato da compartimenti nazionali che alla fine confluiranno in un unico fondo nel giro di dieci anni. Nel primo anno, le banche in default controllato potranno attingere solo al fondo del proprio Paese, ma negli anni successivi, man mano che il fondo cresce, ci sarà una mutualizzazione progressiva delle risorse.

Il "backstop" o paracadute voluto dall'Italia assicura che nella fase iniziale del fondo, dopo l'auto-salvataggio o 'bail-in' delle banche che assegna le perdite ad azionisti, obbligazionisti e grandi depositi, se a una banca serviranno ancora fondi, si potranno avere "finanziamenti ponte" da parte degli Stati o del fondo salva-Stati Esm. Saranno possibili anche i prestiti tra compartimenti del fondo salva-banche. Per Saccomanni il principio è che il sistema sia finanziato dalle banche stesse, ma se c'è necessità possono intervenire garanzie dei governi.

La seconda componente del meccanismo di risoluzione unico è l'autorità che prende la decisione di far fallire una banca in difficoltà: sarà un board formato da rappresentanti delle autorità nazionali, che agirà su impulso della Bce. Saranno gli Stati ad avere l'ultima parola, perché la Commissione, che avrebbe voluto voce in capitolo, è stata invece in pratica estromessa. La decisione su come e quando "risolvere" una banca sarà presa in 24 ore, come voleva la Bce. Il meccanismo unico di risoluzione si applicherà a tutte le banche supervisionate dalla Bce, entrerà in vigore il 1 gennaio 2015, mentre le regole del 'bail-in' ( In principio fu Cipro e tutti (o quasi) gridarono allo scandalo. Ma il prelievo forzoso sui depositi bancari sopra i 100 mila euro in caso di dissesto finanziario rischia di essere cosa fatta. Magia del “bail in” ossia salvataggio “da dentro” in vigore dal 2018 su scala Ue. Toccherà ai singoli Paesi decidere se coinvolgere o meno e in quale misura i correntisti. Per carità. Ma la sola idea fa tremare i polsi ai comuni mortali) si applicheranno esattamente un anno dopo

A volte succede che la notte porti consiglio.  E così è accaduto a Bruxelles.

Poco dopo la mezzanotte,  dopo giorni di sfiancanti trattative, i ministri delle finanze  europei, Germania compresa,   hanno raggiunto un accordo sul meccanismo di salvataggio delle banche. 

Necessario per concludere la tanto ricercata intesa sull'unione bancaria, voluta e caldeggiata da Mario Draghi.

In sostanza si è deciso che, visto che siamo tutti sulla stessa barca europea, è giusto e corretto che i rischi vengano condivisi. Per questo è stato istituito un fondo comune per i salvataggi, finanziato dalle banche stesse, e completato progressivamente in dieci anni a partire dal 2015.

Con la possibilità di usare anche  un temporaneo "salvagente", il cosiddetto backstop, che opererà in parallelo al fondo salva stati Esm, per liquidare, quando necessario, la banca in difficoltà senza scatenare il tanto temuto effetto domino sugli altri istituti. 

Per evitare insomma che si ripeta un caso Lehman Brothers,  ancora incubo di tutti gli operatori finanziari. 

Ma nelle stesse ore è stata presa anche un'altra decisione, forse non storica, ma certamente destinata a impattare sulla finanza e sull'economia mondiale. 

Dopo cinque anni di iniezione senza condizioni di liquidità sul mercato, la banca centrale americana ha deciso di cominciare a ridurre l'aiuto, il cosiddetto stimulus. E così Bernanke ha annunciato che  la Fed ridurrà a 40 miliardi di dollari al mese gli acquisti di titoli di stato contro i 45 miliardi di dollari attuali e a 35 miliardi di dollari quelli di titoli legati ai mutui dai 40 miliardi attuali.

Il mercato, quello di Wall Street, per ora ha reagito con i nervi saldi. Vedremo come reagiranno le piazze europee. Anche perchè  Bernanke ha comunque  rassicurato i mercati: una politica monetaria molto accomodante resta appropriata, ha detto.

E i tassi resteranno bassi fino a che il tasso di disoccupazione non sarà sceso saldamente sotto il 6,5%.

Conclusione, occhio alle banche dove si investe e bisognerá stare attenti a concentrarsi anche sulle obbligazioni bancarie. 




0 commenti:

Posta un commento