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lunedì 10 giugno 2013

Paesi emergenti

Aggiornamento sulle recenti evoluzioni sui mercati del Debito Emergente

Ø  I mercati obbligazionari emergenti hanno sottoperformato nel mese di maggio, portando la performance da inizio anno in territorio marginalmente negativo. Lo spread sul debito sovrano dei Paesi Emergenti si è allargato, mentre la solidità del dollaro ha causato un indebolimento delle valute emergenti.

Ø  Il sell-off ( svendere ) di maggio è stato causato dalla ripresa dei rendimenti sulla curva dei Treasury americani e dal downgrade delle stime di crescita dei Paesi Emergenti.

Ø  Sebbene lo status dell’economia continui a non brillare nei Paesi Emergenti, ci si aspetta una ripresa generalizzata della crescita tra la fine del terzo trimestre ed il quarto trimestre di quest’anno. Il trend di miglioramento dovrebbe fare naturalmente seguito agli stimoli di natura fiscale e monetaria ed al consolidamento della crescita negli Stati Uniti.

Ø  Il recente sell-off ha creato opportunità di investimento all’interno dell’asset class, in particolare all’interno del segmento denominato in valuta locale, con l’indice JPM GBI-EM Global Diversified che al 31 maggio prezzava un tasso medio di rendimento a scadenza del 5,7%, in netto rialzo rispetto al 5,2% dei primi giorni di maggio.

Ø  Il mercato rimarrà probabilmente volatile per tutta l’estate, ma ci aspettiamo che il valore generatosi attrarrà nuovi flussi di capitale che sosterranno le valutazioni di questa classe di attivo.

Ø  Gli investitori si aspettano performance positive su tutti i segmenti del debito emergente da qui alla fine di quest’anno, come conseguenza di una compressione degli spread e di un apprezzamento delle valute emergenti.

 

Review di mercato
Le ultime due settimane sono state piuttosto volatili sui mercati emergenti. Il debito governativo, sia in valuta forte che in valuta locale, accusa performance negative intorno al 2% - 3% da inizio anno, mentre il corporate in hard currency riporta performance vicine alla parità; le perdite più pesanti sono state infatti determinate dalle valute emergenti. 
Gran parte delle recenti perdite sono sicuramente da attribuire alle notizie provenienti dagli Stati Uniti, che hanno portato, nel corso del mese di maggio, ad un aumento di 47 punti base del rendimento del Treasury decennale. L’incremento fino al 2,13% di fine mese è stato evidentemente determinato dalle speculazioni circa un allentamento del quantitative easinge (alleggerimento quantitativo) dal rafforzamento del mercato del lavoro e del mercato immobiliare statunitensi.

Tutto ciò ha influito pesantemente sui “prodotti a spread”, quali il debito governativo emergente in valuta forte ed il credito.

L’aumento del rendimento dei Treasury ha causato un rafforzamento del dollaro, in quanto il differenziale di rendimento tra asset a basso rischio (Treasury) e asset a rischio più elevato (debito emergente in valuta forte) si è notevolmente ristretto, portando alla chiusura di una notevole quantità di posizioni di carry trade ( Nell'ambito della finanza internazionale il carry trade è la pratica speculativa consistente nel prendere a prestito del denaro in paesi  con tassi di interesse più bassi, per cambiarlo in valuta di paesi con un rendimento degli investimenti maggiore in modo sia da ripagare il debito contratto sia da ottenere un guadagno con la medesima operazione finanziaria ).


Il debito emergente denominato in valuta locale è stato altresì colpito da diversi fattori:

Ø  in primo luogo dal trend valutario negativo che ha portato a un rafforzamento del dollaro;

Ø  ma anche dai dati deludenti relativi all’impostazione dell’economia in Cina, India e Brasile e dai timori di carattere politico provenienti dalla Turchia.

L’obbligazionario corporate in valuta forte ha reagito in linea con il corrispettivo segmentoinvestment grade statunitense, nonostante l’attività di nuove emissioni sul corporate emergente continui ad attestarsi su livelli record.

 

Impatti sui posizionamenti di portafoglio

Tutti i comparti della gamma dedicati al debito emergente hanno beneficiato di un posizionamento piuttosto difensivo nel corso del recente sell-off, seguendo piuttosto fedelmente l’evoluzione dei benchmark. Il gestore ha incrementato via via la posizione in liquidità e ha assunto un sottopeso sulle valute più correlate alle materie prime, rand sudafricano e peso messicano in primis, e sulle posizioni legate ai tassi di Brasile, Sudafrica e Ungheria.

 

Outlook di mercato

La liquidità assicurata dalle banche centrali rimane importante e, non ci sono segni evidenti che facciano presagire una exit strategy (uscita strategica, o meglio variare gli asset)  nel breve periodo.

Sebbene gli Stati Uniti appaiano maggiormente in salute guardando al mercato immobiliare, alla fiducia dei consumatori e alle vendite al dettaglio (senza dubbio i dati sono influenzati dal forte rally dei mercati azionari), rimaniamo dell’idea che sia necessaria una crescita degli occupati più sostenuta affinchè si renda possibile una diminuzione o una cessazione anticipata del quantitative easing. 

Alcuni investitori ipotizza che la Fed stia lasciando trapelare commenti circa le possibilità di una diminuzione del ritmo di acquisti, per preparare i mercati a una exit strategy prossima ma non imminente. Questo atteggiamento sembra quantomeno logico e corretto considerati gli ultimi dati migliori delle attese ed il rally dei mercati azionari.

Nel medio/lungo termine, nel momento in cui la Fed implementerà la sua exit strategy, si tratterà sicuramente di un processo graduale e non brusco che consentirà agli investitori di prezzare progressivamente l’impatto di tali azioni.

Analisti ipotizzano che il Treasury siano ormai su livelli massimi, e che i margini di movimento dei corsi e la volatilità potrebbero aumentare nel corso dell’estate in corrispondenza del rilascio dei nuovi dati relativi all’economia.

Ma tendenzialmente, il maggior rendimento a scadenza offerto ora dall’obbligazionario emergente continuerà ad attrarre ingenti flussi di capitale, in quanto gli investitori continueranno a riallocare e ribilanciare i portafogli soprattutto alla luce di entry point più convenienti.

-Una gestione attiva appare fattore chiave e determinante in questo contesto, in quanto con le aspettative della volatilitá dei mercati e con il consolidamento delle stime di crescita e delle attese di mercato nei prossimi mesi. Le attese del team di gestione del debito emergente coincidono con performance deboli ma positive su tutta l’asset class obbligazionaria emergente da qui alla fine dell’anno, come risultato di una compressione degli spread e di un apprezzamento delle valute.-

 


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