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mercoledì 19 settembre 2012

Benzina

Ma c'è correlazione tra aumento del prezzo del "petrolio" e "dollaro" ?
Il "Barile" , 159 litri o 42 galloni, questo conteneva il vecchio barile di legno, con cui le navi trasportavano il whisky. Oggi, invece il barile evoca ...petrolio.
Il prezzo, che sentiamo oscillare ogni giorno, è l'equivalente di quanti dollari servono per comprarne uno solo. Il suo prezzo oscilla dai 90-100 $ (ha toccato il suo massimo di 147,27 $ il giorno 11 luglio 2008).
Analogamente varia il prezzo del cambio euro-dollaro. Se il cambio è 1,30 , vuol dire che con un EURO si ottengo 1 dollaro e 30 centesimi.
In questo periodo il cambio è passato da 1,21 agli attuali 1,30. Un leggero rafforzamento dell'Euro.
Questi due valori, dollaro e petrolio, oscillano e magari una sale e l'altro scende e questo dovrebbe darci una mano...ma nella realtà alla pompa il prezzo è determinato anche dal peso dalle "accise" ossia "tasse". Le accise pesano per il 52% dell'attuale prezzo, su cui paghiamo anche l'Iva. Considerate, che ogni 10 centesimi di aumento del prezzo della benzina, determina 20 milioni di entrate in più, al mese, per lo stato. È ovvio che per lo Stato è una cassa continua...per il contribuente è uno stillicidio. E per l'economia ? In Italia, il trasporto su gomma è circa il 75%, quindi, il caro carburanti determina un rialzo generalizzato dei prezzi, che è ancora più penalizzante per le aziende del sud. Quindi ? Lo stato deve intervenire per ridurre questa differenza, alla lunga determinerebbe un costo che penalizza l'esportazione e la distribuzione nei paesi europei, dove il costo dei carburanti è più basso. Per stare in Europa alla pari, il prezzo deve essere paritario agli altri stati europei.

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