«Essere Financial Advisor da sempre è stato il mio credo. Condividere con il mio Cliente, la mia disponibilità, la sicurezza, la trasparenza, la solidità e la serietà. Questo si ottiene solo se la cultura finanziaria viene condivisa e vissuta con il mio Cliente. Aiutami ad aiutarti.»

giovedì 27 settembre 2012

Fondo salva Stati

Fondo salva Stati-tecnicamente è nell'acronimo Efsf (European financial stability facilty) è una società di diritto lussemburghese i cui azionisti erano i 17 Paesi appartenenti all'area euro. È stato istituito il 7 giugno 2010 con un compito ben preciso: emettere obbligazioni e altri strumenti del debito (i cosiddetti Efsf-bond) con rating AAA (il massimo livello di affidabilità) per aiutare Stati dell'Eurozona temporaneamente in difficoltà.
Da chi è garantito? Dai singoli bilanci dei Paesi europei che vi hanno aderito che potevano emettere un controvalore di bond fino 255 miliardi di euro (a fronte di una garanzia di 440 miliardi di euro). Per ottenere il massimo rating "AAA" sugli EFSF-bond, assegnato da Moody's, S&P's e Fitch, le garanzie devono equivalere al 120% dei bond che possono essere potenzialmente emessi. Le quote pro-rata sono ripartite in base alla partecipazione dei singoli Stati al capitale della Banca centrale europea.
Il fondo attraverso tre fasi è stato a sua volta aumentato fino agli attuali 3 mila miliardi e aderiscono tutti glibstati dell'area Euro.
Per garantire questo fondo si sono raggiunti accordi con la BEI , la Banca Mondiale, Stati Uniti e la resistenza della Germania (il paese meno indebitato dell'area Euro). Draghi in qualità di presidente della BCE, potrà quindi comprare titoli di stato con una scadenza massima di tre anni, degli Stati virtuosi (con i conti in ordine) e che stanno proseguendo il piano di riduzione dell'indebitamento. Ovviamente questo servirà a far scendere i tassi e quindi a ridurre la massa interessi che lo Stato paga sul suo debito pubblico.
Nella versione attuale gli stati che hanno aderito sono diventati 27, ossia tutta l'area Euro. Anche il RATING è stato rivisto ad AA+ in virtù dell'importo e dell'allargamento del numero degli stati. Ad oggi, i primi stati ad aver usufruito sono Irlanda, Portogallo e Grecia, ma ora sono sotto la lente i ben noti Spagna e Italia.
Si è dovuto ricorrere a questo sistema per evitare l'effetto domino e per evitare l'aumento dei tassi che gli stati devono pagare per finanziare il proprio debito pubblico. Se è pur vero che l'importo dei debiti di Irlanda, Portogallo e Grecia sono irrisori, rispetto ai debiti di Spagna e i nostri, non potevano garantire la stabilità dell'Euro, senza questo fondo e ci avrebbe esposti alla speculazione facendoci pagare ancora di più del dovuto il costo di questa crisi.
Non sorprende nemmeno che sia assente la Gran Bretagna, che ha saggiamente tenuto la sua propria moneta e che si è rifiutata di essere coinvolta nel salvataggio della Grecia e degli altri stati. Quello che sorprende è trovare l’Italia al terzo posto fra i contribuenti al fondo salva stati, con ben 139 miliardi di euro, appena 19 in meno della potentissima Francia.
Ovviamente, questo dimostra come male i politici abbiamo fatto l'unità monetaria. Non hanno considerato il mercato finanziario che invece ha sfruttato e sfrutterà le debolezze del sistema.
Ora l'area Euro deve lavorare per la vera unificazione monetaria e fiscale che determinerebbe la possibilità di emettere dei Bond europei .

0 commenti:

Posta un commento