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venerdì 6 settembre 2013

Bond fuori moda

La ripresa delle Borse, dopo sei settimane di volatilità, ha favorito gli azionari, i quali hanno raccolto 10,22 miliardi netti, seguiti dai bilanciati (+8,1 miliardi). Per gli obbligazionari, sono lontani i tempi d’oro. Dopo i 30 miliardi fuoriusciti a giugno, le entrate nette di luglio sono state pari a 5,47 miliardi. Si tratta di “briciole” rispetto ai precedenti 18 mesi, l’ammontare più basso da maggio 2012. Obbligazionari diversificati e governativi in euro sono stati i più impopolari, dal momento che gli investitori si sono concentrati su high yield e breve termine.

Come spiega Dave Sekera, strategist sui bond di Morningstar, la prospettiva della fine della politica ultra-accomodante della Federal Reserve americana e la probabilità che salgano i tassi hanno spostato l’attenzione sugli alternativi, percepiti come più adatti per preservare il capitale rispetto ai tradizionali fondi obbligazionari. In particolare, si sono messi in luce il  long/short debt,  che assumono posizioni direzionali corte e lunghe, correlate con l’andamento dei mercati.  

Dividendi al top
Tra gli azionari, continua il buon momento di quelli specializzati in società ad alto dividendo. A luglio hanno raccolto 1,26 miliardi, portando il saldo netto da inizio anno a 10,84 miliardi, il miglior risultato tra i fondi specializzati sull’equity. I flussi sono concentrati sui prodotti di maggiori dimensioni. 

A livello geografico, gli Stati Uniti sono in cima alle preferenze degli investitori: le ultime statistiche rilevano flussi netti per 1,61 miliardi nel periodo di riferimento.

Chi sale e chi scende
Il cambiamento del sentiment sui fondi obbligazionari, si è riflesso sulla raccolta dei più grandi fondi collocati in Europa. Pimco Gis Total return  bond ha registrato deflussi per 1,21 miliardi (-3,99 miliardi da inizio anno), mentre Templeton global bond ha archiviato un rosso di 246 milioni. Tra i big del reddito fisso fa eccezione AllianceBernstein Global high yield portfolio, con flussi netti positivi, dopo un giugno da dimenticare.

Un analogo discorso vale per le grandi società di gestione. Quelle con un maggior orientamento alle obbligazioni hanno sofferto a luglio, in particolare Pimco, Bnp Paribas e Ubs. Ha fatto il pieno, invece, BlackRock, che ha una gamma più diversificata su azioni, bond e bilanciati. Il buon risultato va anche attribuito ad alcuni fondi indicizzati (non Etf). Hanno beneficiato dello spostamento dei portafogli verso l’equity, JPMorgan e Dws.


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