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mercoledì 14 novembre 2012

Scenari dopo il voto in America

La Gli americani hanno votato per la continuità. Barack Obama, con un bilancio più o meno corretto, è stato rieletto. La camera principale, il Senato, rimane nelle mani dei Democratici e la camera dei Rappresentanti rimane nelle mani dei Repubblicani. Come in altri paesi in cui il consensus è stata la forma la più desiderata, gli Americani hanno mandato un messaggio d'equilibrio al mondo. Equilibrio delle finanze pubbliche con il "fiscal cliff" (baratro fiscale) che richiederà dei compromessi da parte dei due partiti. Le misure d'aiuto fiscale rappresentano il 3% del PIL americano e dunque è impossibile cancellarle senza toccare la crescita e il tasso di disoccupazione. Un accordo, sembra la sola soluzione come in Europa, ma per una volta l'Europa è stata la prima a capire che era vitale ridurre gli squilibri di bilancio. Nel primo mandato di Obama, lo S&P 500 ha progredito più del DJ Stoxx 600 accompagnando il ritorno della crescita e la stabilizzazione del mercato immobiliare. I mercati finanziari hanno approfittato per vendere le loro posizioni dopo l'elezione. Il resto del mese di Novembre senza notizie dalle società non aiuterà particolarmente la tendenza attuale. In Europa, la terza (o quarta) distribuzione dei fondi della troika alla Grecia provocherà sempre le stesse tensioni. In Spagna, il governo aspetta gli ultimi dati per negoziare il meglio possibile l'aiuto europeo senza condizioni troppo dure. In Francia, il "pacte de compétitivité" scelto da un governo socialista è un vero cambiamento: questo piano, sotto la forma di un credito d'imposta, prevede di ridare 20 Md€ alle società che assumeranno e investiranno in Francia. Questa somma, 20 Md€, rappresenta il 50% delle imposte sulle società pagate nel 2011. Questa notizia, meno coperta ovviamente dalla stampa internazionale più focalizzata sull’ elezione americana, dovrebbe rilanciare l'industria francese. E’ la prova anche che il governo francese può essere molto più pragmatico di quello che avremmo pensato. Dappertutto in Europa, i governi cercano di ricreare le condizioni per una crescita più sana e duratura assicurando allo stesso tempo il deleveraging (riduzione dell'indebitamento) dell’economia. Le idee si confrontano in un modo democratico e l'Europa va avanti contro tutte le critiche. In Germania, la crescita è descritta come il risultato comune di un sforzo individuale (il risparmio degli individui) e di uno sforzo collettivo (l'equilibrio di bilancio - il risparmio collettivo). Nel Sud, erano la domanda interna e i consumi che guidavano la crescita. Ormai, l'Europa ha capito che queste due idee non erano più contrapposte ma collegate. I paesi del Sud devono produrre di più ed i paesi del Nord consumare di più. Ancora e sempre questa nozione di RIEQUILIBRIO. Sarà veramente la parola divina per i prossimi mesi ed anni.




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