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mercoledì 14 novembre 2012

Visioni di Mercato

Dopo una conference call con Mickael Benhaim, responsabile della divisione obbligazionaria di PICTET (banca d'investimento svizzera), che ha tracciato lo scenario economico futuro, dai 12 ai 36 mesi.
Il messaggio di Mickael è sintetizzabile in questi 6 punti:

1) In tutti i paesi sviluppati abbiamo davanti anni di bassa crescita, per effetto dei drastici tagli al debito pubblico;

2) Le politiche monetarie sono una medicina che ha perso efficacia e richiede dosi massicce per funzionare un minimo. Non avendo altre medicine a disposizione conviveremo con il quantitative easing (modalità con cui avviene la creazione di moneta da parte delle banche centrali). I rendimenti di molti titoli pubblici saranno stabilmente a tassi intorno allo zero e anche sotto.

3) In questo contesto, l'inflazione difficilmente salirà nei prossimi 18/24 mesi. Potrebbe anche arrivare un shock ma a breve è estremamanete improbabile.

4) Gli spreads sui titoli investment grade (investimenti finanziari ritenuti affidabili), high yield (obbligazioni ad alto rendimento) ed emergenti hanno spazio per scendere ancora.

5) Le valute emergenti sono ancora basse rispetto ai fondamentali di questi paesi.

6) I GIIPS (Grecia, Italia, Irlanda, Portogallo e Spagna ) hanno fatto progressi in tema di bilancio fiscale, ma hanno bisogno di crescere stabilmente tra il 2 e il 3% all'anno per ridurre il debito. Stesso discorso per gli Stati Uniti con lo spettro del fiscal cliff (baratro fiscale).

Sui mercati obbligazionari veniamo da 30 anni di tassi in calo; contestulamente la crescita media annua dei paesi developed è andata calando.
La catena di trasmissione tra stimoli monetari e crescita economica funziona molto male in tutti i paesi sviluppati. Il Giappone è stato il primo caso 20 anni fa seguito ultimamente da Stati Uniti ed Europa. E' stato evidenziato come negli ultimi anni sia il moltiplicatore monetario che la velocità monetaria sono andati drasticamente calando a scapito della crescita economica. I tassi a lunga torneranno a salire solo quando la velocità monetaria tornerà a livelli positivi come in passato. Gli attuali livelli di disoccupazione non potranno ridursi se non con una crescita economica stabilmente superiore al 2%.
Negli Stati Uniti i quantitative easing hanno ridotto di molto lo stock di debito in mano al mercato e questo riduce l'impatto del mercato sull'andamento dei corsi. Il dato globale di titoli di stato americani in mano alla Fed è del 20% ma su scadenze superiori ai 4 anni si sale ben sopra al 35%

Nella zona Euro sono stati fatti passi avanti in tema di disciplina fiscale al punto che oggi sono più avanti di Gran Bretagna e Stati Uniti. Draghi ha ridotto il rischio di rottura dell'Euro. Ancora molto deve essere fatto in tema di competitività soprattuto sul fronte del costo del lavoro per unità prodotte. In questo campo Italia e Francia sono i soli paesi che non hanno fatto progressi rispetto alla competività della Germania.
Venendo al mercato dei titoli investment grade e high yield, Mickael crede che in termini percentuali sull'effettivo rendimento (oggi il 70% del rendimento sui corporate arriva dallo spread), gli spreads non sono affatto bassi e quindi vede spazio per un ulteriore riduzione. Stesso discorso per le obbligazioni emergenti.

In ragione di queste premesse, il posizionamento raccomandato da Mickael Benhaim vede le seguenti scelte:
lungo duration, investment grade, high yield e debito emergente. Corto di governativi nello specifico di Italia, Francia, Portogallo e Irlanda mentre è lungo di Spagna, Germania e Stati Uniti. Nelle valute è corto di Euro e Yen mentre rimane lungo su valute emergenti.


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